La Seconda Guerra Mondiale
Il sergente nella neve e la ritirata di Russia
Ho ancora nel naso l odore che faceva il grasso sul fucile mitragliatore arroventato. Ho ancora nelle orecchie e sin dentro il cervello il rumore della neve che crocchiava sotto le scarpe, gli sternuti e i colpi di tosse delle vedette russe, il suono delle erbe secche battute dal vento sulle rive del Don. Ho ancora negli occhi il quadrato di Cassiopea che mi stava sopra la testa tutte le notti e i pali di sostegno del bunker che mi stavano sopra la testa di giorno. E quando ci ripenso provo il terrore di quella mattina di gennaio quando la Katiuscia, per la prima volta, ci scaraventò addosso le sue settantadue bombarde.
Così Mario Rigoni Stern iniziava Il sergente nella neve, un romanzo che vede come protagonista il narratore, sergente maggiore dei mitraglieri nel battaglione del Vestone, all interno della divisione Tridentina, la prima sezione dell Armata Italiana in Russia (ARMIR) a raggiungere il fronte nell estate del 1942.
E' una testimonianza storica di un esperienza unica e devastante, che racconta la terribile impresa del ripiegamento delle diverse squadre di soldati italiani, costretti alla ritirata a causa dell offensiva russa. I gelidi inverni (con temperature che toccavano anche i trenta gradi sotto zero), le alte montagne di neve, le fredde steppe fecero da contorno alla massacrante e lunga marcia, dove un numero sempre maggiore di corpi congelati venivano abbandonati lungo il duro percorso.
Durante la ritirata, i soldati delle diverse divisioni venivano attaccati dalle imboscate dei partigiani e dellArmata Russa. Le perdite della ritirata (dal 1941 al 1943, compresi i soldati del Corpo di Spedizione CSIR e l Armata Italiana ARMIR) ammontarono quindi a 114.520 militari su 230.000.
FONTI:
Enciclopedia Treccani, La Seconda Guerra Mondiale.
Biografia di Mario Rigoni Stern.
Mario Rigoni Stern, Il sergente della neve , Einaudi, Torino, 2001